venerdì 11 gennaio 2019

Incubo 9-01-2019

Ci sono dei sogni talmente reali che, quando ti svegli, ricongiungersi con il mondo che ci circonda richiede tempo e ossigeno. Sono quei sogni in cui tutti i sensi vengono coinvolti e amplificati dalla potenza del nostro subconscio, credo.

Qualche notte fa' ero sdraiato su un tavolo operatorio, circondato da gente in camice bianco, medici. Avevo la vista offuscata da una patina rossa, come una vignettatura molto intensa, quasi finta. Credo fosse sangue.

Uno degli uomini in camice mi si avvicina e comincia, con un bisturi molto affilato, ad incidere il torace. La sensazione era quella di un dolce e delicato pizzicorio, quasi piacevole. Non vedevo l'azione del medico, ma cominciavo ad avere paura. Sentivo la lama scivolare delicatamente fino al ventre e percepivo la pressione che l'uomo metteva per far si che la lama incidesse fino alla profondità desiderata.

Cominciavo ad avere paura, ma non riuscivo a muovere un muscolo. Gli occhi spalancati, immobili, guardavano il soffitto. Il resto del corpo immobile, ferma anche la respirazione.

Il terrore si trasforma in panico quando il medico, prima con un divaricatore, poi con le mani, comincia ad aprire il torace: sentivo lo sterno e le costole scricchiolare, fino a cedere alla pressione delle mani. Nessun dolore, solo rumori, percezioni lievi e terrore.

Il mio sguardo è immobile e insanguinato era bloccato verso il soffitto pieno luci artificiali.

Dopo avermi aperto torace e ventre, il medico comincia a tagliare con delicatezza, ma con il giusto vigore, l'interno del mio corpo. Stava estraendo i miei organi, ad uno ad uno senza fretta.

Non ero in una sala operatoria, ma sul tavolo dell'obitorio. Ero vigile, ma morto.

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